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IL TACHIGRAFO,
UN PRECURSORE DI INTERNET
“Si vous réussirez vous serez bientòt couvert de gloire”.
“Se riuscirete sarete presto ricoperto di gloria”.
È questo il messaggio che la mattina del 2 marzo 1791, alla presenza delle autorità, Claude Chappe invia a suo fratello François, che si trova a 14 km da lui. Il messaggio impiega soltanto 4 minuti ad arrivare a destinazione.
Comincia così la storia del tachigrafo ottico: ha inizio l’era delle telecomunicazioni, in cui la trasmissione istantanea e a lunga distanza delle informazioni diventa realtà.
Il tachigrafo de I Futurieri si ispira al telegrafo ottico di Chappe: ne conserva la capacità di trasmettere notizie in tempi rapidi e soprattutto, ne amplia la portata rivoluzionaria. Nella nostra versione, infatti, ha una funzione prettamente sociale: è uno strumento di condivisione alla portata di tutti. Una sorta di social network ante litteram.
Per questo motivo, cambia il funzionamento e la forma, che si ispira all’estetica Steampunk, un filone della narrativa fantastica che si interroga su cosa sarebbe successo se, nel passato, fossero esistite le moderne tecnologie.
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RICERCA STORICA
“I futurieri in terra di Molise” è frutto di un lungo lavoro di ricerca, durato oltre due anni. Una ricostruzione storica rigorosa era infatti essenziale per ricreare l’atmosfera e le dinamiche che animavano l’Italia e in particolare il Molise alla fine del Settecento.
Inoltre, poiché la maggior parte dei personaggi del film sono realmente esistiti, era doveroso rispettarne storia e pensiero, a cominciare da Vincenzo Cuoco, intellettuale brillante e raffinato, di cui questo lavoro ha cercato di restituire la complessità e profondità.
Proprio sull’opera di Cuoco si è concentrato gran parte del lavoro di ricerca: intento del film era anche quello, infatti, di far conoscere al grande pubblico l’originalità e la forza del suo pensiero. I testi di Cuoco hanno rappresentato una fonte straordinaria di ispirazione: molti dei dialoghi del film sono trasposizioni letterali di testi scritti da Cuoco. Le sue idee innovative, la sua ironia, il suo linguaggio arguto sono infatti confluiti nella costruzione di un personaggio razionale e carico di passione allo stesso tempo.
Il tachigrafo rappresenta un altro dei filoni di ricerca seguiti: strumento realmente esistito, seppur caratterizzato da un funzionamento e una forma diversi da quelli mostrati nel film, è uno degli elementi fondamentali delle vicende narrate. La sua storia e il suo inventore, il francese Chappe, hanno subito una sorta di oblio della memoria, in favore del “cugino” più famoso, il telegrafo di Morse. Eppure il tachigrafo rappresentò uno strumento rivoluzionario, che cambiò per sempre i sistemi di comunicazione. La rete tachigrafica era presente anche in Italia, e ancora oggi è possibile vedere alcune delle antiche postazioni tachigrafiche, che si estendono dalla Liguria alle Marche.
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I LUOGHI
Civitacampomarano è un piccolo borgo molisano, la cui storia ha origini molto antiche che risalgono fino all’epoca dei Sanniti.
Nel corso dei secoli subisce varie dominazioni, dagli angioini agli aragonesi, fino a diventare parte del Regno di Napoli sotto i Borbone.
Verso la fine del Settecento, Civitacampomarano è un vivace centro culturale, intorno al quale orbitano i principali esponenti dell’intellighenzia molisana, tra cui Vincenzo Cuoco, che qui è nato nel 1770, e Olimpia Frangipane, baronessa di Castelbottaccio.
Il Castello, le cui origini risalgono al XII secolo, fu totalmente ricostruito nel XV secolo, e rappresenta oggi uno dei monumenti più suggestivi dell’intero Molise. La sua mole imponente e la sua architettura, a oggi perfettamente conservata, sono testimoni della ricchezza e del prestigio che Civitacampomarano ha vissuto nel corso dei secoli. Totalmente spoglio, i suoi interni sono stati arredati e riportati agli antichi fasti nel corso delle riprese de “I futurieri”.
I vicoli, oggi per lo più disabitati, sono stati fatti rivivere attraverso la messa in scena di momenti di vita quotidiana della Civitacampomarano settecentesca, come ad esempio il mercato.
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Venafro è una delle principali città del Molise. Le sue origini sono molto antiche: già nel III secolo a.C. era infatti un importante centro sotto i Sanniti. Dopo un lungo periodo di declino, a partire dal XV secolo iniziò una nuova fase, caratterizzata da una ripresa dell’economia e da un forte sviluppo urbanistico, con la costruzione del bellissimo borgo medievale.
Proprio il borgo, con i suoi vicoli, le sue chiese e dimore storiche rappresenta una delle attrazioni principali della città, insieme al Castello Pandone, il cui nucleo risale al X secolo.
Nel borgo antico sono state girate alcune scene esterne. Per riportare in vita il cenacolo di Olimpia Frangipane e altri ambienti interni si è invece sfruttata la bellezza della Dimora storica del Prete di Belmonte, un antico palazzo che conserva ancora intatti arredi e finimenti d’epoca.
La Biblioteca Labanca di Agnone
Le origini di questo straordinario complesso risalgono al XIV secolo, quando venne costruito l’originario convento francescano, il cui assetto è rimasto intatto nonostante i successivi restauri e integrazioni. Dal chiostro trecentesco al corridoio monumentale risalente al Settecento, il palazzo rappresenta un gioiello architettonico, oltre a vantare un corpus di volumi antichi tra i più importanti del Centro-Sud.